Seppur lentamente, aveva ripreso a camminare senza l’aiuto delle stampelle e, per caso, un mattino passando per il centro, notò sul portale di pietra d’un edificio d’aspetto austero una grossa croce. Stupiva il punto e il modo col quale era stata lasciata: era a una altezza tale che sarebbe stato scomodo per chiunque praticarla. Non era segnata col gesso, pertanto si doveva escludere fosse stata fatta dai pubblicitari e poi, chi l’aveva procurata, aveva più volte graffiato la dura pietra del portale col proposito di conferire una maggior visibilità aumentandone spessore e profondità dell’incisione.
Quel disegno lasciato in quel modo insolito incuriosiva; istintivamente si girò verso l’altro lato della strada, che strano… sul portone di fronte, stava graffito lo stesso simbolo. Un’idea poco probabile gli balenò nella mente e subito cercò di allontanarla: “No! Non può essere, cosa vado a pensare, è stato qualche spilungone che ha portato dei volantini pubblicitari e, sprovvisto di gesso, affinché non venissero consegnati altri sempre nello stesso stabile, s’è segnato in quel modo la zona già completata.”
Eppure quella spiegazione non lo convinceva; il tempo necessario per lasciare quel simbolo era decisamente troppo lungo. Nessun operatore pubblicitario poteva permettersi di effettuare la consegna dei volantini sprecando tutto quel tempo.
Lentamente scese lungo via Mazzini, il portale seguente e quello successivo avevano lo stesso segno. Continuò a scrutare tutti i portoni mano a mano che procedeva e, vedendo che nessuno era esente da quel fregio, la sua curiosità aumentò. Scartò testardamente l’idea che ormai ribolliva nella mente, doveva prima verificare in altre zone della città.
Riprese la marcia in modo sostenuto; quanto lo consentiva la caviglia dolorante e, meno di un’ora dopo, si trovò ben lontano ma il segno sembrava seguirlo; su ogni portale, forse fatto dalla stessa mano, era presente. “È mai possibile che il seme sparso da poco inizi già a germogliare?”
In realtà erano passati degli anni dal giorno che il suo primo manoscritto aveva cominciato a circolare. “Forse sì! Forse si sta formando anche a queste latitudini quel movimento che le menti più aperte sperano e la mia anima asseconda; quello che fu predetto da tanti mistici: l’esercito di Spade di Dio pronte a esser temprate dal fuoco e disposte al Martirio.”
“Affermare o volere l’esistenza di qualcosa equivale a crearla; non volere l’esistenza di qualcosa significa distruggerla.” Eliphas Lévi
Passò del tempo da allora e altri fatti da l’indefinibile significato accaddero. Si verificarono quando il nostro Scriba riferì, a due persone scelte con cura, che la direttrice dell’asilo frequentato da Giada, una donna gentile e riservata, era a conoscenza dell’autore di quel sintetico manoscritto, del quale sappiamo già la storia e che era stato realizzato col provocatorio titolo – Io l’Anticristo –. L’aveva suggerito, depistando in realtà i due interlocutori, con lo scopo di studiarne gli effetti collaterali; da dietro le quinte avrebbe assistito indisturbato a ciò che certe notizie potevano provocare e, come previsto, circa tre mesi dopo aver diffuso quella informazione, si recarono da lei tre uomini di media età, distinti e d’aspetto deciso. Secondo la descrizione fornita dalla direttrice, denotavano una profonda cultura ed erano alla ricerca dell’autore di quel singolare libercolo. Senza alcuno sforzo, il prescelto, aveva spinto “qualcuno” a cercare l’autore del “suo” dattiloscritto che trattava dell’Apocalisse, su una pista che li avrebbe condotti da un personaggio che a sua volta aveva scritto un libro esoterico ed era ritenuto dai ricercatori esoterici più qualificati della città, nientemeno che l’Anticristo.
Il personaggio che lo Scriba, guidato dal caso, aveva indotto a cercare, e da lui indicato come l’autore di – Io l’Anticristo – non era però in realtà l’autore del manoscritto dal titolo provocatorio.
Fu la donna che dirigeva l’asilo di Giada a raccontargli la considerazione di cui godeva in certi ambienti quel ricercatore, una notizia che il nostro Scriba riportò, con qualche opportuno aggiustamento, ai due che riteneva idonei ad avvertire “tre uomini di media età, distinti e d’aspetto deciso”.
Parlare di circoli esoterici qualificati, dediti al culto del demonio in una città come Trieste, potrebbe far sorridere se i loro affiliati, come precisò spontaneamente quella funzionaria del Comune, non fossero divenuti dei baroni universitari, degli industriali, dei magistrati e personalità di rilievo in vari settori.
Lei, dunque, ai tre visitatori indicò la località dove quel personaggio si era da poco trasferito dopo aver abbandonato il suo impiego presso un importante istituto di ricerca. Essendo a sua volta interessata a mantenere una qualche forma di contatto con lui, chiese che una volta rintracciato, fosse messa al corrente degli sviluppi.
I tre lo promisero e si accomiatarono. Nel farlo – riferì la direttrice – uno di loro sentenziò con serietà: «Non è giunto ancora il momento che questa storia sia resa pubblica.»
Dopo quella visita, trascorsero circa sei mesi e, sempre il caso, fece giungere dall’Argentina i parenti di uno dei fondatori del Centro Antitumori di via Pietà. Due di questi, durante la loro permanenza a Trieste, si recarono proprio da lei per poter raggiungere assieme il misterioso personaggio in questione.
Il loro viaggio fu perfettamente inutile: l’Anticristo era sparito da tempo senza lasciare la benché minima traccia. In seguito, il nostro Tarzan rimase saltuariamente in contatto con la direttrice poiché si offrì di impartire gratuitamente a Giada delle lezioni di sostegno. Arrivò così a conoscere gli effetti che le sue indicazioni, opportunamente aggiustate, avevano successivamente provocato; il più evidente era il suo turbamento, dovuto al fatto che i “soliti ignoti” si erano mostrati minacciosi affinché si astenesse dal divulgare il loro interesse per chi si divertiva a farsi credere l’Anticristo.
«Pensi a fare la maestrina e ricordi che ha una figlia e una nipote.»
La sua insistenza per ottenere qualche elemento in più su quei tre uomini, fu pertanto pienamente giustificata. Durante uno dei loro ultimi colloqui lei si lasciò sfuggire un commento che, letto nel contesto formatosi in seguito alle sue suggestive confidenze, permetteva di intuire come stesse sviluppandosi il piano per ostacolare l’Opera dello Scriba.
Dopo aver escluso trattarsi di semplici tutori dell’ordine, disse testualmente: … «Sono delle persone… ma per favore non mi chieda di esser più precisa… capaci di determinare le svolte politiche in Italia… e forse non solo in Italia.»
Poi, allungò il braccio consegnandogli il libro posato sulla scrivania: «Questo è – Il Pendolo di Foucault – lo legga con attenzione, così capirà di che pericolo si tratta. Si arrestò guardando preoccupata in direzione della porta socchiusa e, dopo qualche attimo riprese: «Lei scrive di un piano di conquista del mondo e, nel racconto di Umberto Eco, anche uno dei suoi protagonisti lo fa; inventa un complotto per poi confidarlo ad altri ma il suo progetto viene creduto realizzabile e, per impedirgli di rivelare la verità, lo uccidono.»
“E il pensiero religioso dorme, aspettando sviluppo, nel nostro popolo: chi saprà suscitarlo, avrà più fatto per la Nazione, che non venti sette politiche.” G. Mazzini
Ora ne aveva le prove, il seme che aveva gettato iniziava a germogliare; nuove radici-idee, si estendevano e si rafforzavano propagandosi velocemente nella base sociale. In alto, le gemme, ossia la rappresentazione dei potenti, iniziavano a schiudersi. Solo pochi individui aprivano lentamente gli occhi davanti a un astratto e inatteso pericolo. Avendo modo di parlarne con persone ricettive, ironicamente si dichiarava soddisfatto; per quanto astratto e inatteso sempre di pericolo si trattava per loro. Dopo tante cocenti sconfitte, vantava finalmente la prima vittoria grazie a una antichissima tecnica ancora in uso nel Tibet, al suo “fanatismo” di tipo islamico e a una profonda fede cristiana.
Ora la meta, la stessa che in realtà ogni credo persegue, sarebbe stata raggiunta grazie a una sofisticatissima arma psicologica. Sempre con la stessa arma avrebbe eliminato le contraddizioni che impediscono agli estremi, ossia le menti più acute, di fondersi in armonia e divenire quelle note che compongono le liriche più ispirate di ogni credo.
Adesso verrà utile illustrare i passi profetici che anticipavano appunto quella semina. Per tale operazione va intesa la diffusione di concetti che parevano allora privi di senso; essi furono instancabilmente ripetuti per anni, fino a quando iniziarono inevitabilmente a essere accettati da altri.
Quelle idee solitarie, come alte vette innevate, erano inserite da tempo nei libri più ispirati, però non è giusto tediarvi e ne citiamo solo alcune:
”I principi ignoranti(governanti) disapproveranno i più dotti nelle cose celesti (modus-vivendi spirituale) saranno puniti di editto, cacciati come scellerati e uccisi là dove saranno trovati… La grande società ed esercito dei Crociferi sarà fondata in Mesopotamia, (Italia) dal fiume (di gente) vicino (simpatizzanti) la compagnia leggera (guerriglieri) che tale legge riterrà nemica… Di filosofi setta nuova, morte disprezzanti, oro onori e ricchezze. Confinanti non saranno dei Germani monti, incitamento e appoggio dai simpatizzanti avranno.” Nostradamus: 4/18-3/61
Per comparare le parole di queste quartine con gli eventi successi in Italia negli ultimi decenni, e scoprirne le analogie, è necessario anzitutto ricordare che il famoso veggente, nella lettera di presentazione inviata con le sue centurie al Re di Francia Enrico II°, avverte che per Mesopotamia si deve intendere la regione europea compresa fra il 37° e il 42° parallelo: come dire la penisola a forma di stivale. Molti veggenti d’altro canto, hanno visto la nascita in Italia di qualcosa che avrebbe determinato uno sconvolgimento planetario, chi una nuova religione, chi un nuovo tipo di pensiero, chi un esercito composto solo dagli uomini migliori di tutte le Nazioni. Tra questi vi fu San Francesco di Paola, il quale, nel lontano 1482, scriveva a tale Simone dell’Alimena:
“Per virtù dello Spirito Santo, mi è concesso spirito di profezia, un vostro discendente sarà il duce della Santa Milizia, e non vi sarà al mondo nessun signore che non sia della Santa Milizia. Essi porteranno il segno di Dio vivo in petto ma molto di più nel cuore. Li primi che saranno di tal Santo Ordine saranno della città di Spoleti, essi diverranno fedelissimi dell’Altissimo. Ora che viene il tempo della grandissima e rectissima yustitia dello Spirito Santo, vuole la Divina Maestà che molti cittadini di Spoleti seguitino il Gran Principe della S. Milizia. Il primo che porterà scovertamente il Segno di Dio sarà di tal città, al quale sarà scritto e consigliato da un Santo Eremita che lo porti scoverto e scolpito nel core. Tal homo comenserà a investigare sottilissimamente li segreti di Dio sopra la gran visita e regimento che farà lo Spirictu Sancto nel mondo, per mezzo della Sancta Milizia. Handerà interpretando li sacri segreti e molte volte sarà ammirato avendo egli previsto li secreti dello Spirictu Sancto. O Spoletini, rallegratevi in gran maniera che tal Principe sopra li Principi e Re sopra li Re ve abbia da avere in grandissima gratia e coronato che sarà delle “tre” corone mirabilissime, exalterà tal città e faralla una delle prime città al mondo.” San Francesco di Paola
Il 13 Agosto 1496 il Santo scrive nuovamente all’Alimena:
“Magnifico Signore, verrà dopo di voi uno dei vostri discendenti, come più e più volte ho scritto e predetto per volontà dell’Altissimo. Tal uomo sarà gran peccatore nella gioventù, poi si convertirà al grande Iddio, dal quale sarà tirato come fu San Paolo. Vincitore del Drago si chiamerà… Sarà il gran fondatore di una nuova Religione, differente da tutte le altre, quale scompartirà in tre ordini, cioè di Cavalieri in Armi, di Sacerdoti meditanti in solitudine e di Ospitalieri piissimi. Sarà l’ultima Religione, e darà più frutti che tutte le altre. Estirperà tutti i tiranni del mondo, prenderà con la forza delle armi un grande Regno e farà un solo ovile e un solo pastore, darà al mondo un vivere santo e regnerà sino alla fine dei secoli. Il mondo tutto non avrà che dodici Re, un Papa compreso nei Dodici e pochissimi Signori [Nota 6] e questi saranno tutti Santi. Alleluia… Cristo benedetto, poiché a me indegno peccatore si è degnato donarmi spirito profetico con chiarissime profezie, non oscure, come agli altri suoi servi ha fatto scrivere oscuramente e dire. So che dagli increduli e gente prescrita saran fatte beffe delle mie lettere e non saranno prese per tali, ma sì, dai fedeli che aspirano alla Santità. Tali lettere genereranno soavità tali che si diletteranno a leggerle spesso e prenderne copia con grandissimo fervore, che tale è la volontà dell’Altissimo. In queste lettere si conoscerà chi è il Gesù e chi non lo è, chi è predestinato e chi è prescrito, e molto di più si conoscerà nell’epoca del Santo Segno di Dio vivo, e chi lo Amerà, sarà Santo di Dio… Altro non mi occorre.” Ibidem
Ora, l’attenzione di chi legge, dovrebbe esser rivolta in particolare su questa affermazione del Santo: “In queste lettere si conoscerà chi è il Gesù”. Il Frate intende dire con queste parole, ed è questa la spiegazione più plausibile, che tramite il contenuto dei suoi scritti, verrà riconosciuto colui che consapevolmente plasma la forma dell’energia che tutto pervade.
Non serve possedere l’intelligenza più acuta per sostenere che l’inserimento delle sue epistole, in un contesto come quello proposto in queste pagine, ha finalmente dato un senso alle sue affermazioni. Si può aggiungere che esse assumono, in questo caso, il senso più alto. Solo configurando gli scritti del santo nel campo di ipotesi racchiuse in questo libro, l’importanza e lo scopo delle sue lettere, si realizza appieno.
È quantomeno strano che un santo possa sostenere che un discendente dell’Alimena abbia a regnare nei secoli dei secoli. Questo particolare appare incomprensibile e continua a esserlo se non si associa il personaggio descritto dal Santo con il Gran Monarca annunciato da Nostradamus e la figura controversa che altri videro approssimarsi al tramonto di quest’epoca: la figura della quale guidiamo e cantiamo le gesta. Un Monarca che promette l’immortalità.
Immaginando che in queste pagine sia stata inserita una accurata ricerca araldica, si vedrebbe riconosciuta l’origine regale del vero Autore e queste parole assumerebbero probabilmente maggior peso. Va invece ricordato quanto sinora è stato vergato:
“Potrei dirvi molto di più, infinitamente di più ma non lo farò, perché per raggiungere la consapevolezza è necessario agire”.
Con questo si intende che non è necessariamente buono l’uomo dagli occhi azzurri ma quello che volontariamente tende la mano agli altri. Per questi ultimi, affinché procedano ulteriormente, è sufficiente il consiglio di credere che l’entità diabolica e quella divina, annunciate con nomi e attributi diversi dai veggenti, siano in realtà le facce di un’unica e irriproducibile medaglia.
Le parole di fra Francesco di Paola fanno scorgere uno degli obiettivi che caratterizzeranno l’inizio della Nuova Era: la consapevolezza del perché si sia stati sottoposti alla morte da tempo immemorabile ma, ancora più importante, si potrà realizzare che esistono traguardi posti ben al di là degli ormai vetusti confini. Su altri segreti traguardi, l’Umanità verrà prossimamente illuminata dalla inesauribile Energia che un Avatar, disceso sotto un ponte, ha portato con sé.
Una tale eventualità è detta possibile da tutte le Religioni, da innumerevoli tradizioni sciamaniche ma è stata creduta attuabile anche dai saggi vissuti ai tempi dell’antica Grecia e da quelli del più antico Egitto; infatti la si ritrova spesso in alcuni dei loro più affascinanti racconti.
Lo splendore di tante comode teorie può far smarrire in sterili ricerche ma il caso fornisce uno spiraglio di luce su questo appassionante enigma. Dalle comuni interpretazioni della Bibbia, si apprende che dopo aver peccato l’uomo fu soggetto alla Signora con la falce, questo lo si scorda facilmente, come si scorda di riflettere su cosa sia veramente il peccato.
Al crepuscolo della vita, assieme a tutto ciò che vive, si diviene facile preda del male più o meno straziante e infine della morte. Nei laboratori si è creduto di scoprire che ogni sofferenza provenga da cause perfettamente note; pochi rimangono tenacemente attaccati alla possibilità che si tratti d’una causa insondabile ed evanescente al punto da poterla ritenere miracolosa, i più non notano neppure che in tanti casi clinici, chiaramente delineati, la cura risulta inefficace a dispetto delle previsioni.
Subentrano fattori conosciuti ma imprevedibili, potrà essere l’immediata risposta; la spiegazione invece è questa: si è compenetrati, avvolti e cullati dal miracolo, dal trascendente e, la Causa Prima, con la quale si può consapevolmente interagire qualora se ne riconosca l’esistenza, concede infinite possibilità; non ultima, quella di riprogrammare l’apoptosi in armonia con la dimensione in cui si sta entrando.
Trascorsero parecchi anni da quando fu vergato questo concetto e, in merito alla possibilità di programmare le funzioni della cellula, altre intuizioni ci furono al riguardo. Il biologo Bruce H. Lipton riporta: “Un istituto di ricerca australiano diretto da Cornell B. A. dimostrò che una membrana cellulare biologica era in grado di far apparire delle informazioni sullo schermo di un computer. La prima formidabile intuizione che ne deriva è che le cellule sono programmabili e la seconda che il programmatore è esterno al computer/cellula.” -La Biologia delle Credenze- pag. 104
Nel 2006 la prova arrivò puntuale grazie al premio Nobel Shinya Yamanaka che, riprogrammando delle cellule adulte, ottenne la loro trasformazione in cellule staminali.
Sarà dovuto al caso se fino a ora si è stati sordi alle parole, identiche alle nostre, che il vostro Spirito ripete eternamente, perché le si ascolti e si veda la realtà da un’ottica non offuscata dai fumi della ragione, basta ipotizzare una forma mentis esente da ogni possibile turbamento, sarebbe la situazione ideale per evitare i tanti guai psicosomatici dovuti allo stress e stimati dalla medicina ufficiale attorno l’80% delle patologie complessive. In quella condizione, senza alcun particolare impegno, si ottiene la classica salute di ferro.
Affermare di conoscere il nome, la quantità e la posologia della sostanza prodotta dal cervello che consente guarigioni immediate e inspiegabili con le attuali cognizioni scientifiche, certamente susciterà un riso beffardo su molti volti; è ancor più certo che quel ghigno derisorio diverrà, un giorno non lontano, una smorfia di rabbiosa sofferenza.
Oltre ai ghigni beffardi ci sarà la posizione scontata di chi ha assistito, nelle corsie degli ospedali, alla improvvisa guarigione di pazienti affetti da patologie mortali e incurabili; senza possedere uno straccio di spiegazione, si ostinano a rifiutare la possibilità che simili processi sfuggano alla legge di causa ed effetto. Hanno deciso che una ragione, fosse anche la più stupida… c’è!
Si pensi alla salute di ferro, arrivare a un tale risultato non è ancora molto. Lo stato mentale che consentirà di mantenere i processi biochimici corporei inalterati nel tempo, è una facoltà psichica che si manifesterà con maggior frequenza, essa può essere descritta come un senso di beatitudine che ha la straordinaria caratteristica di perdurare molto a lungo nel tempo.
Si è appreso che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma; ebbene, tra non molto alcune tra le leggi biochimiche saranno trasformate proprio dal Figlio dell’Uomo.
Saranno pochi quel giorno ad avere coscienza di agire di concerto con lui. Altri lo faranno a propria insaputa, altri ancora, cercheranno in ogni modo di evitare l’apertura della Porta che si affaccia su altre dimensioni. Per impedire che ci riescano, i più saggi faranno contemplare le possibilità dello Spirito a quanti alzeranno la testa per ascoltare finalmente le sue parole. Questo favorirà il mutamento auspicato e, a quel punto, le spiegazioni per quella circostanza chiamata morte, che oggi paiono soddisfacenti, saranno completamente scordate. Non potranno più esser prese a pretesto per giustificare un evento in realtà inesistente.
La percezione di un fatto luttuoso, al pari di ogni altra situazione, avviene su più livelli: come chi guarda l’orizzonte vicino alla riva vede solo una parte della mare, c’è quello che scrutandolo dalla cima di una montagna, ne ammira una porzione ben più vasta, abbiamo poi colui che contempla oltre la forma sferica del pianeta da un lontanissimo veicolo spaziale e gode di una visione spettacolare, infine, al livello più alto, troviamo chi vede con gli occhi dell’anima assiso sulla sua irraggiungibile spiritualità e contempla l’inspiegabile.
L’atto di vedere dunque, per tutta la successiva fase evolutiva farà in modo che ci si abitui al fatto di essere immortali. Accadrà dapprima a coloro che sapranno mantenere per il tempo necessario la semplicità dei bambini. Si allude a quella magica disposizione mentale che li porta a credere possibile anche l’evento più improbabile; una condizione come si è detto, sul tipo dell’esperienza dei mistici. In seguito, avranno accesso a quella che viene indicata come dimensione trascendente anche le menti più razionali e meno intuitive.
Progressivamente verranno coinvolte le altre forme viventi sulla terra, nel mare e dell’aria. Al termine, la materia che si pensa inanimata, saprà rivelare qualità insospettate.
Sbirciando nello specifico si può dire che la ricerca della conoscenza, nel caso venga suggerita da profondo altruismo, permetterà di sondare più proficuamente gli elementi che paiono rendere l’apoptosi un dato certo e, grazie al caso, si vedranno dissolvere le sue precedenti ragioni d’essere. Allora si avrà piena conferma dell’ipotesi di Max Plank, il grande fisico tedesco, formulata già da diversi decenni:
“Non siamo autorizzati a pensare che esistano leggi fisiche che possano esistere in forma analoga nel futuro.”
Da questa saggia considerazione si vede che il campo delle ipotesi, relative al controverso tema biblico che tratta della vita eterna, presenta in realtà orizzonti inimmaginabili. Per quel passo, si trovano moltissime interpretazioni e questo perché non si rammenta che le verità cercate per secoli spesso sono estremamente semplici. In effetti, è semplice riconoscere l’azione che isola dal male; l’atto che è condizione indispensabile affinché si stabiliscano le leggi biochimiche capaci di regolare la vita eterna di una semplice cellula e quella dell’organismo più complesso, è semplicemente quello di amare tramite l’intuito e non con la mente. Per iniziare ad amare a quel modo, non si deve necessariamente attendere l’Apocalisse che, come risaputo, significa rivelazione, è nostra opinione infatti, che sia più dignitoso farlo quando il timore di perdere ciò che ci preme non si sia palesato.
Va detto che il modo d’amare suggerito non è dei più comuni, come non può essere un uomo comune chi si dice disposto a rivelare che anche le piccole insignificanti cellule sanno essere immortali. Sussiste la libertà di scegliere chi debba svelare i misteri dell’esistente, questo dono appartiene a ogni singolo uomo e a ogni singola cellula. Aurobindo a tale proposito rivela: “Nelle cellule del nostro corpo risiede un nascosto potere che vede l’invisibile e progetta l’eternità”.
Sarà mai possibile raggiungere l’immortalità? Sì, rendendo questa casa comune simile a un Eden. Un posto dove lo sfruttamento del pianeta e dell’uomo sia definitivamente abolito e la giustizia sia frutto della consapevolezza. Chiunque vi impedisca di farlo, sia esso un amico, un padre, un magistrato, un tutore dell’ordine o un santo, vi nega ciò a cui siete destinati. L’impegno a realizzare un sogno, può essere sottoscritto solo dai verdi virgulti se viene considerato ciò che a questo proposito riferisce una antica profezia: “L’Anticristo sarà catturato dagli uomini verdi…” Catturare? O piuttosto affiancare? Un dilemma dovuto alla forma mentis del veggente? Un mistico che nonostante tutto indica chiaramente chi avrebbe preso le difese di Gaia: Greta Thunberg, un verde virgulto che, apparso al momento opportuno, si rivela stupendo. Un ambiente così concepito, che si consiglia di realizzare simile a un Eden, è capace di influenzare le cellule fino al punto da determinarne l’immortalità. (vedi lo studio della filosofa Eva Jablonka e della biologa Marion Lamb: Epigenetic Inheritance and Evolution – The Lamarckian Dimension, 1995)
“L’Anticristo spanderà il suo veleno promettendo l’immortalità agli uomini.”
Ciascuno dovrà assumersi i compiti di cui si ritiene capace e in base alle necessità collettive; quello di gestire l’energia dell’amore, un sentimento sul quale c’è ancora molto da dire, che richiede il massimo impegno e sarà affidato a 144.000 individui, sarà fondamentale per la riuscita del Piano. Il compito di apprendere i concetti più ostici, servendosi di melodie, va visto come un gioco a cui tutti possono partecipare.
Prima di chiudere questa ennesima parentesi saggistica, si suggerisce al lettore che è opportuno continuare a seguire gli intrecci di questa storia, servendosi di un sottofondo musicale.
Una musica che si adatti al racconto, in modo che i concetti inseriti vengano assimilati a livello subliminale, risparmiandovi così le amare esperienze che attendono chi cammina sul sentiero in solitudine.
Terminata la seduta di fisioterapia si ricordò dell’appuntamento col suo ex datore di lavoro. Camminava ancora con difficoltà ma se si sbrigava, sarebbe giunto in tempo. Lo trovò assieme a un tipo basso, elegantemente vestito e d’aspetto bonario. «Sono un funzionario della Digos, – chiarì subito lo sconosciuto, presentandosi. – Siamo amici da molti anni – spiegò con tono belligerante che non ammetteva repliche – mi ha chiesto di intervenire per importi di smettere d’importunarlo chiedendogli conto della caviglia spezzata.»
«Se io decido che qualcosa va pagato, nemmeno circolando a bordo di un carro armato si può evitare di darmi il dovuto, e voglio aggiungere che la proposta del suo amico di far pagare a tutti il danno che ho subito, fa schifo! Se pensate sia giusto suddividere con lui le spese, allora dovrete condividerne anche la colpa.»
Il tipo rubicondo, dallo sguardo acuto, si mostrò deciso a risolvergli quella situazione: “Al primo errore che farai – ringhiò – stai certo che ti deferisco all’autorità giudiziaria”. Quello era il suo dovere e lui non sarebbe venuto meno. Tarzan, senza mostrarsi intimorito, continuò a discutere, finché il suo ex “padrone” si accomiatò dall’amico per tornare ai suoi impegni. Rimasti soli si incamminarono per Corso Italia e, simile a un ragno, cominciò a tessere la sua solita tela.
«E allora… quando comincerete a punire chi ritenete sia giusto?» – chiese improvvisamente lasciando trasparire l’interesse professionale. –
«Mio caro colonnello, c’è un errore di fondo nella sua domanda, in primo luogo non sarò certo io a dare degli ordini, secondo, se un cristiano compie delle azioni criminali o erroneamente ritenute tali, non andrà ad arrestare il Papa… esatto? Dunque se domani un Crocifero o, se preferisce, un Anticristiano, userà come arma una corda, una scure, una pietra, un Boeing 767 o semplicemente un fucile, le sarò grato se non verrà a calpestarmi l’erba del giardino.»
Qualcosa del loro dialogo lo colpì, forse l’avergli rammentato l’incomprensione dei colleghi verso suo fratello, un cinico atteggiamento che ne provocò alla fine il crollo psichico, forse fu l’aver mostrato del rammarico per quella vicenda di cui per caso era a conoscenza. Resta il fatto che prima di salutarlo si sentì in dovere di confidare che, nel suo ambiente, la carriera veniva di solito subordinata a l’appoggio dato a qualche potente.
È stato appena ricordato uno scontro evitato e questo fa pensare alle considerazioni che faceva da ragazzo il nostro Scriba. A chi capitava di pensare alle potenziali atrocità, sospese sulle teste di tutti a causa del livello tecnologico delle armi di distruzione di massa? Era possibile o piuttosto inevitabile, l’annientamento di ogni forma di vita sul pianeta? Era stata innalzata la torre di Babele nucleare nelle viscere della terra, soprattutto per sete di potenza; questo non poteva essere altro che una colpa e tale doveva esserlo anche per chi aveva accettato passivamente una simile situazione. Chi scrutava le leggi superiori e le loro implicazioni? Quanti appresero che la legge “divina” si svela talvolta grazie alle più semplici leggi fisiche: una costruzione, pur non costruita con materiali scadenti, crolla su se stessa molto prima del previsto, determinando uno spiacevole effetto sui costruttori e i loro complici se realizzata con intenti sbagliati.
Grazie al caso, coloro che vorranno vedere quella costruzione dissolta, eviteranno di venirne travolti. Tra le infinite azioni che si possono compiere, c’è quella senza causa né motivazione alcuna, ed è merito del caso, se essa può impedire che il pianeta, questo gioiello meraviglioso, divenga una sferica pietra tombale che vaga per gli spazi siderali. Non c’è motivo di lasciare una imperitura sfida alla potenza dell’Uno senza risposta; una potenza che esiste da sempre grazie a ciò di cui nulla può essere percepito ma si manifesta in ogni cosa compreso l’amore. Quel sentimento di cui non si conosce inizio e fine ma che uomini irriducibili di ogni epoca, pagando con la loro vita, perpetuano. Durante il passaggio nella nuova Era, saranno arrestati, grazie a essi, i caproni alla testa del gregge umano, in modo da fermare la loro folle corsa verso il precipizio.
“Le urla dei deboli, degli umili, dei miseri e per ultimo dei Giusti, sono arrivate alle mie orecchie, i Profeti l’avevano predetto. Per averlo fatto molti furono perseguitati, uccisi dov’eran trovati, ma non perì neppure un capello del loro capo. Oggi i miei Eletti camminano numerosi tra voi, ma non li vedete, come non scorgete me; ma sta arrivando il giorno tanto atteso dai Giusti e dai Profeti, vedrete levarsi nazione contro nazione, vedrete terremoti alluvioni e pestilenze, ma prima di ciò vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno mettendovi in prigione, traendovi dinanzi a re e governatori a motivo della vostra scelta. Ciò vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi dunque in cuore di non premeditar come rispondere a vostra difesa perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri nemici non potranno contrastare. Ora voi sarete traditi perfino da genitori, e fratelli, da parenti e da amici; faranno “morire” parecchi di voi; verrete odiati a motivo del mio nome, “ma neppure un capello del vostro capo perirà”. Con la vostra perseveranza guadagnerete le Anime vostre.”
Rifiutando ostinatamente ogni compromesso si diventa coscienti delle infinite capacità della nostra anima. Cosa mai può essere l’anima? Non la vediamo neppure si dirà. Proviamo ad abbandonare per un istante ogni certezza e a riflettere su quanta parte di verità possono contenere queste parole: “Tutto ciò che si riesce a immaginare esiste, esiste veramente… qualsiasi cosa; ricordiamolo sempre e lentamente ci accorgeremo di essere Dei.”
Se dunque è difficile immaginarsi come detentore della Verità, sarà più facile vedersi come lo specchio che può riflettere tutte le Verità che risiedono in voi. Per molti, sarà più difficile credere alle nostre affermazioni che ai loro sensi ingannevoli ma va detto che più ci si avvicina a noi, meglio si ode lo Spirito rispondere alle domande, a tutte le domande!
È stato scritto: “Solo mia sarà la Vendetta”… e da secoli gli Eletti si preparano per quel giorno terribile ed Eterno come lui scrive parole che sono eternamente le stesse! “Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi mancò mai niente?… Ma ora, chi ha una borsa la prenda; e chi non ha spada venda il mantello e ne compri una!”
Sono parecchie le lettere che compongono questo versetto ma le interpretazioni potrebbero essere molte di più. Al fine d’indicarvene una che rappresenti la situazione attuale, ci serviremo come sempre, d’una personale illustrazione:
“Nel paese dell’uomo, nel vasto cortile di una casa signorile recinto da alte mura, c’erano delle persone indaffarate e gioiose. Un giorno una di esse salì per delle ragioni attribuibili al caso a una altezza tale da consentirgli di gettare lo sguardo oltre le cinta delle case vicine, proprio a l’interno dei loro cortili. Ciò che vide lo sconvolse: fame, dolore, disperazione, vessazioni e morte vi imperavano. Scese a l’istante e, dopo aver narrato ai suoi compagni le realtà che avevano ignorato, propose di tendere la mano a quei fratelli in sì tristi condizioni. A questo punto, con suo grande stupore, dovette assistere impotente a l’inizio d’interminabili discussioni: chi conservava le chiavi della dispensa con chi aveva quelle del cortile, chi era troppo impegnato con chi non lo era per niente, chi paventava spiacevoli conseguenze da un simile gesto con chi ne intravedeva motivi d’orgoglio… Questi inutili contrasti continuarono per molto tempo, ma, si sa, a l’uomo fu concesso di fare ciò che voleva, ma non fino a quando voleva, poiché avvenne che un giorno più radioso degli altri, alcuni di loro di fronte a tanta stupidità, ipocrisia e malvagità, spinti da una “Forza interiore” misero finalmente mano alla Spada.”
È intuibile che un modo efficace per impedire l’uso di quelle armi diaboliche, sia quello di privare il nemico di un obiettivo territoriale facendogli scoprire il cavaliere ai suoi piedi; quel guerriero che attende il Segno per sollevare sopra le loro teste la Spada di Dio. A quel punto, al nemico sarà lasciato solo il tempo di pentirsi e, se sarà sincero, potrà vestire i panni del figliol prodigo.
A chi intende sciogliere i lacci materiali che impediscono a l’anima di librarsi nella Dimensione dove la libertà è sovrana, va rivelato quello che per molto tempo è rimasto nascosto: “Porta scritto un nome che nessuno conosce oltre a lui”, questo enigma inaspettatamente semplice del nome “666” racchiude in realtà la consapevolezza che un giorno si avrà: quella di essere trino. Sei tre! Corpo, Anima e Spirito e non necessariamente in questo ordine!
Siamo i tre aspetti fondamentali dell’esistente che ai più paiono inconciliabili, mentre a coloro che riescono a fonderli si rivelano in tutte le loro straordinarie qualità. Questi ultimi, possono così entrare a far parte degli eletti che hanno la possibilità di servire con l’efficacia offerta dagli strumenti adatti.
Sarebbe il caso di esporre sinteticamente l’importantissimo ruolo che rivestiranno i già citati 144.000. L’insegnamento Teosofico spiega che a loro viene attribuita la stessa funzione esercitata nel corpo umano dalla ghiandola pineale. Per i profani il compito di questo importantissimo organo è completamente sconosciuto ma per i chiaroveggenti, esso determina l’indirizzo delle esperienze individuali qualora raggiunga l’attività. Una attività che rimane saggiamente sopita fino a quando non venga raggiunto un certo grado di evoluzione della coscienza.
È possibile che un minuscolo granello di sabbia riesca a disarticolare un ingranaggio d’acciaio cementato; figuriamoci le conseguenze per l’attuale Sistema, se viene introdotto un nucleo fuso da un amore ardente come quello di un Dio. Questo nucleo raffinato verrà indotto a formare la simbolica ghiandola pineale dell’Umanità; essa rappresenterà una guida illuminata, indispensabile al genere umano che si avventurerà nella nuova dimensione.
Per accettare l’idea che essi possano consigliare la via che porta a un futuro indescrivibile, è necessario riflettere sul pensiero illuminato o intuizione, una facoltà che le menti eccelse sanno impiegare a favore degli altri. Tra non molto, questa preziosa capacità della mente diverrà il più evidente patrimonio di quei citati 144.000 individui. Si tratterà di persone d’ambo i sessi particolarmente progredite a livello interiore grazie alla collaborazione che, soprattutto inconsciamente, viene loro offerta da chi li avvicina.
Queste menti illuminate onoreranno il debito contratto con voi, fornendovi, come predetto da alcuni veggenti, i consigli utili a ottenere uno sviluppo materiale in funzione di quello spirituale.
Suddividendo le terre abitabili per 144.000 si ottiene una estensione di territorio che risulta essere la più idonea alla gestione da parte di ognuno di essi poiché, come si usa dire, è a misura d’uomo. La conseguenza della loro scelta di cessare lo sfruttamento insensato ed egoistico del territorio e dei loro simili porterà alla effettiva disponibilità per tutti dei doni della terra.
È ormai assodato che durante alcuni esperimenti scientifici, condotti in distinti laboratori distanti migliaia di chilometri, sia stata raggiunta la soluzione al medesimo problema, nello stesso identico momento, senza alcun contatto preventivo tra gli sperimentatori.
Dovremo dunque augurarci che questo fenomeno accada in futuro a una più vasta cerchia di persone contemporaneamente e, quando tra non molto ciò avverrà, i Consiglieri, così definiti in alcuni scritti profetici, potranno agevolmente svolgere il compito a cui sono chiamati: mantenere l’uomo sulla strada che permette alla felicità e alla libertà di manifestarsi.
“Quando un nuovo sole riscalderà la Terra, quando l’uomo tornerà a essere amico del pianeta su cui vive, ecco che compariranno i grandi profeti di un tempo per annunciare il rinnovamento… Saranno maestri di saggezza e la loro parola sarà il pane dell’anima.”
Uomini illuminati dunque, poiché essi provvederanno, dapprima timidamente, a indicare la direzione da prendere e lo faranno in mille modi, alcuni servendosi di un Giudizio, come il Giudice di Cinquefrondi, che mandò assolto un gruppo di extracomunitari rei d’aver sottratto l’energia elettrica. Così facendo, sebbene le astratte motivazioni della sua sentenza non sembrino al momento ispirate da una saggezza illimitata, ne racchiudono pur tuttavia il seme. Perseverando in quella direzione si vedrà che il frutto di tale seme è la comprensione di questa semplice verità: se un uomo, spinto dal desiderio di operare con impegno costante ricerca la forza e le proprietà della Natura per far progredire la collettività, riceve in dono, come nel caso sopra illustrato, una “scintilla”, essa è il risultato dell’opera di Alessandro Volta, di Nicola Tesla e di tanti altri ricercatori.
Questo beneficio, come ogni altro dono elargito, deve assolutamente essere condiviso gratuitamente. Fatelo e dallo Spirito scenderà una pioggia di doni per chi condivide, se egoisticamente qualcuno vorrà continuare ad appropriarsene, alla fine verrà bruciato e non ci sarà diluvio che possa estinguere quel fuoco.
Quella scintilla, come tutto del resto, è in realtà dello Spirito e chiunque ne attinga, con animo a Lui grato e professi lo stesso altruismo, non commette colpa alcuna.
“Prendete quindi tutto quello che vi è necessario per avanzare assieme ai vostri fratelli verso di me, verso quel Punto in cui mi identifico, poiché tutto ciò che è mio è pure vostro”.
Della setta degli “Apostoli della Grande Cena” destinata a riapparire, secondo una leggenda, sei giorni prima della venuta dell’Anticristo, si racconta fossero soliti riunirsi alla notte per pregare il Padre dell’Anticristo affinché inviasse il suo diletto figlio sulla terra. Egli sarebbe venuto per dire:
“Prendi ciò che vuoi perché è tutto tuo”
Un particolare curioso di questa setta consiste nel fatto che: “Ogni cerimonia era come la pagina di un libro che nessuno avrebbe più scritto“.
Questo commento, sembra perfettamente in linea con le ipotesi e con il consiglio vergato al termine del testo che state leggendo e con le circostanze che ne hanno consentito l’apparizione.
In effetti è probabile che, trascorsi dei secoli, se qualcuno scrivesse un libro nel quale si osi esporre ciò che qui è stato osato, difficilmente otterrebbe il plauso e il riconoscimento, sarebbe visto come l’autore d’un plagio o, in senso esoterico, la scimmia di un Dio.